Scavi archeologici, il Museo di Stabia e il recupero del Convento di San Francesco tra le relazioni esposte
Si sono tenute a Napoli e ad Agerola le Giornate di Studio sui Monti Lattari, organizzate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana e dal Comune di Agerola, nei giorni 21 e 22 giugno 2024. Tra le relazioni che si sono concentrate sull’area oggetto di indagine dal punto di vista storico, archeologico e architettonico, ampio spazio ha avuto la città di Castellammare di Stabia con i nuovi progetti in corso avviati dalla Soprintendenza di Napoli e dal Parco Archeologico di Pompei. L’obiettivo delle giornate è stato quello di fornire un aggiornamento sui progetti in corso sul territorio stabiano che hanno determinato negli ultimi anni importanti sviluppi per la ricerca storica. Ad aprire il convegno nella sede agerolese della Colonia Montana, il funzionario Luca di Franco e l’archeologa Maria Cristina Napolitano che hanno esposto gli scavi in corso presso Via Surripa e presso l’area antistante, svolti nell’ambito dei lavori per il raddoppio della linea ferroviaria Circumvesuviana. Sono stati presentati gli scavi, ancora in corso, che stanno fornendo interessanti dati su una villa marittima di epoca romana già individuata nel corso degli scavi borbonici del Settecento e nota oggi come Villa Belvedere. Sono state riportate in luce le costruzioni costituite da rampe e camminamenti funzionali a collegare la collina del Solaro con l’antica costa. A seguire, Maria Rispoli, direttrice del Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”, ha esposto il progetto di riallestimento del museo ubicato nel Palazzo Reale di Quisisana, riaperto al pubblico da pochi mesi grazie ad un importante progetto che ha usufruito anche di convenzioni con enti di ricerca e con il Museo Archeologico di Napoli. Nel museo convivono oggi aspetti allestitivi tradizionali, attraverso bacheche ed espositori, ma anche tavoli digitali per una fruizione rinnovata e al passo coi tempi, oltre a prevedere l’apertura al pubblico dei depositi archeologici. È stato, inoltre, presentato il progetto di recupero dell’antico convento di San Francesco dal funzionario Brunella Como e dall’architetto Salvatore Gallo. Il progetto nasce da un accordo tra il Comune di Castellammare, la Soprintendenza e la Diocesi volto alla riqualificazione urbana e alla pubblica fruizione. L’insula conventuale francescana, su cui si concentra il progetto che vede impegnati 4 milioni di euro, è costituita dal convento voluto da Carlo II d’Angiò e dal collegio dei Gesuiti; si tratta di un luogo caratterizzato da una grande centralità e dimensione e dalla presenza, oggi, di importanti monumenti che rendono il centro storico di estrema importanza culturale per la città; tra questi la Chiesa del Gesù con la biblioteca, le ulteriori chiese che insistono nell’area, il Museo Diocesano allestito in una cappella non demolita della Chiesa di S. Francesco e infine il Palazzo Farnese.