Al teatro Karol presentato il nuovo libro della saga dei Bastardi di Pizzofalcone
Abbastanza accaldati, un po’ in penombra nel retropalco del teatro Karol a Castellammare di Stabia, incontriamo Maurizio De Giovanni, che ha riempito la location in un due luglio affaticato dai ritmi di tutto l’anno, in attesa di un attimo di sosta, per poi riprendere ancora, al ritorno. Però un libro, come tutte le cose belle, è già in sé una piccola vacanza. Maurizio De Giovanni è uno scrittore bambino, non hai mai perso il senso della semplicità, sul palco il dialogo con il pubblico è al centro, è una costante ricercata, voluta, rincorsa. Una simbiosi. “Sono felicissimo di essere qui a Castellammare, voi sapete che ho messo tutte le energie che potevo per fare di Castellammare, capitale della cultura, cosa che di fatto già è. Non è detta l’ultima parola, però Castellammare avrebbe bisogno di uno specchio, cioè avrebbe bisogno di convincersi di quanto è bella”. Sembra l’incipit di un romanzo, ma non lo è. È semplicemente Maurizio. Sembra invece una domanda obbligata quella sull’ultimo arrivato della fortunata serie “Pioggia per i bastardi di Pizzofalcone”. “Noi dobbiamo fare i conti con il mare. Napoli e Castellammare sono simili. Napoli è una città col mare, ma non di mare. Come Castellammare, sono due città che non vivono l’economia del mare, nel senso che il mare c’è, incombe, orienta, non solo per le attività economiche, ma per le culture che mescola, perché il mare è un tessuto connettivo, basta guardare i dialetti. Però la fruibilità del mare da parte della città è minima. E invece il mondo va in quel senso.” In questo senso il progetto del nuovo sindaco va proprio in questa direzione, ad esempio per ripristinare la balneabilità. Cosa ne pensa? Secondo me è un progetto fattibile. Però non lo vedo nel periodo breve. In quanto politico se io non faccio cose che entro sei mesi si vedono la gente non mi vota più. La politica deve fare investimenti, dobbiamo pensare ai nostri figli. Un proverbio degli indiani d’America dice ‘non abbiamo ereditato la terra dai nostri padri, ma l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli’, questa è una cosa che è bellissima. Perché ci invita a riflettere sul fatto che dobbiamo alzare gli occhi da terra e guardare avanti. Dal mare alla pioggia. Ai “Bastardi”, di pioggia, un diluvio che non accenna a terminare, ne arriva tanta in questo ultimo libro? I Bastardi sono lesionati, quindi le lesioni con la pioggia aumentano. Quando c’è la pioggia siamo più portati alla introspezione e quando guardiamo dentro vediamo tutti i disastri che ci portiamo appresso. Con i Bastardi sono crollati i miti dei poliziotti tutori della legge ‘duri e puri’? Io credo che i Bastardi, come tutti hanno delle problematiche, solo che io le racconto. Vuole fare un augurio per Stabianotizie? In bocca al lupo a Stabianotizie, con tutto il cuore. È una lodevolissima iniziativa, molto intelligente. Mi auguro che corrisponda a un periodo di rinascita e di primavera culturale di Stabia, come è giusto che sia e come dovrebbe verificarsi sempre.