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Il senso di colpa

Fra tutte le emozioni che ci avvelenano la vita, il senso di colpa è la più subdola e rovinosa. Ci toglie la pace ed il sonno, ci impedisce di ragionare con lucidità e può sedimentare fino a trasformarsi in uno stato mentale cronico.
Il più delle volte, tuttavia, al pari di quanto accade per le altre emozioni disfunzionali (ansia, rabbia, depressione ecc.) non è che il prodotto di ragionamenti illogici a cui siamo inconsciamente addestrati.
Nella maggior parte dei casi infatti, quando agiamo, lo facciamo senza malanimo, interessati semplicemente al nostro benessere. Purtroppo, se le nostre azioni non sortiscono l’effetto desiderato e/o procurano del male a noi ed agli altri, non di rado s’attiva nella mente una rovinosa sequela di pensieri: “non doveva succedere”, “avrei dovuto evitarlo”, “è stata tutta colpa mia”.
A rigor di logica, tuttavia, simili pensieri, automatici e persistenti, che ci procurano un profondo disagio ed alterano il nostro umore, non corrispondono alla realtà dei fatti. Sono arbitrari ed infondati e costituiscono uno dei nostri errori cognitivi più frequenti.
Noi non sappiamo leggere nel futuro. E di conseguenza non possiamo prevedere gli effetti delle nostre azioni. Se abbiamo agito in buona fede, sulla scorta delle informazioni che possediamo in quel momento e qualcosa è andato storto, potremmo soltanto esserne dispiaciuti.
E tentare il possibile per rimediare. Piuttosto che arrenderci al senso di colpa. Per contrastare i pensieri distorti che l’alimentano, basterà infine domandarci se avevamo la volontà e la consapevolezza di far del male.
Poiché è ovvio che per giudicarci davvero colpevoli entrambe le suddette prerogative avrebbero dovuto esser presenti fin dalle intenzioni.

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Mercoledì, 12 Marzo 2025 -
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