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Al Palazzo Reale di Quisisana a Castellammare, il Museo Archeologico di Stabia

Intitolato al preside Libero D’Orsi, artefice della riscoperta del sito sepolto dal Vesuvio, ha riaperto al pubblico il museo rinnovato

Ha riaperto le porte ai visitatori il Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” ubicato nel Palazzo Reale di Quisisana (Castellammare di Stabia) con un allestimento rinnovato e ampliato.
Il Parco Archeologico di Pompei ha curato il riallestimento e la riapertura al pubblico di un percorso museale incentrato sul territorio ricadente nell’area a sud del Golfo di Napoli, l’ager Stabianus menzionato dalle fonti antiche, territorio in cui oggi rientrano sette comuni della provincia di Napoli. Il Museo, già inaugurato nel 2020 all’interno degli spazi della Reggia, era stato chiuso nel 2023 con l’intento di ampliare il percorso museale, integrandolo con installazioni digitali e interattive. I reperti esposti nelle 20 sale del Museo di Stabia, coprono un arco cronologico che va dal VII sec. a.C. sino all’epoca adrianea (II sec. d.C.), raccontando le vicende insediative del territorio attraverso i resti più antichi riferibili ad un’area di necropoli, indagata in località Madonna delle Grazie, e a un’area sacra scoperta durante lavori di pubblica utilità in località Privati negli anni Ottanta. La fase storica più ricca di rinvenimenti per il territorio è quella romana che vide sorgere nella zona numerose ville residenziali di enormi dimensioni e vide popolare il territorio di fattorie agricole. La Villa San Marco, la Villa Arianna e il Secondo Complesso, la Villa del Pastore sono le monumentali strutture costruite durante il I sec. a.C. in località Varano a Stabia, ma oltre ai grandi complessi destinati a ricche famiglie, vi erano nel territorio molte fattorie, come la Villa Carmiano e la Villa del Petraro a cui sono dedicate altre sale del museo.

Il museo stabiano spicca per importanza culturale grazie al suo patrimonio pittorico: la maggior parte dei reperti esposti sono infatti pareti e frammenti dipinti, da cui fanno capolino suggestivi volti e personaggi della mitologia, divinità ma anche animali reali o fantastici. Ad arricchire l’importante percorso, attraverso una convenzione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sono esposti numerosi reperti in prestito da Napoli; tra questi, alcuni affreschi e reperti in bronzo e argento (statuine, brocche e gioielli) sono in esposizione per la prima volta, perché restituiti al contesto stabiano attraverso importanti attività di ricerca condotte con l’avallo del Parco Archeologico di Pompei. Elemento di novità è l‘introduzione di tavoli digitali e interattivi, ricchi di contenuti messi a disposizione del visitatore che può assistere alla ricostruzione dell’eruzione del Vesuvio, soffermandosi nella prima sala espositiva o gettare uno sguardo sul paesaggio precedente la catastrofica eruzione attraverso una video proiezione, e ancora conoscere la vita e le opere dell’artefice della riscoperta di Stabia, il preside Libero D’Orsi a cui il museo stesso è intitolato. Ma il percorso museale non finisce qui, continua nei depositi archeologici, dove sono state aperte ai visitatori le prime tre sale di quello che è un luogo destinato alla conservazione dei reperti ma anche alle attività di restauro e ricerca. Anche nei depositi, la componente digitale è presente: attraverso dei monitor ad altezza uomo è possibile scorrere tra le schede dei reperti conservati nei depositi, visualizzarne la foto e conoscerne la provenienza. L’offerta culturale e turistica di Castellammare si è notevolmente arricchita con la riapertura del Museo D’Orsi, che può essere, a buon diritto, considerato il fiore all’occhiello della città proiettata al futuro ma con uno sguardo di consapevolezza sulle proprie importanti radici.

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Venerdì, 10 Gennaio 2025 -
CASTELLAMMARE DI STABIA