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Le tombe illustri del cimitero storico di Castellammare di Stabia

La memoria della vita civile, religiosa e culturale della città raccontata attraverso un percorso tra i monumenti funerari

La memoria storica di cittadini illustri, che hanno contribuito con il loro operato alla vita civile, religiosa e culturale della città di Castellammare di Stabia, può essere raccontata anche attraverso i suoi monumenti funerari. Si è tenuta il 3 novembre, per la prima volta, una visita alle “tombe illustri” del cimitero storico, curata dal Comitato per gli Scavi di Stabia e sostenuta dall’Amministrazione comunale. Attraverso questo percorso sono state narrate le vite di una ventina di stabiesi che hanno lasciato memoria di sé distinguendosi in vari campi: la medicina, il valore militare, la ricerca archeologica, l’arte, la drammaturgia, tra il 1840 e la prima metà del Novecento. Partiamo dal vescovo Francesco Saverio Petagna che approvò la fondazione di due famiglie religiose, le suore Compassioniste e le Alcantarine, e donò alla città una delle sue collezioni più belle, quella dei pastori con cui è allestito il presepe in Cattedrale. Racconta dei cantieri navali e delle sue navi la vita di Giuseppe Micheli, livornese di nascita, ingegnere navale e progettista della pirocorvetta Caracciolo varata a Castellammare il 18 gennaio del 1869. Dal cantiere alle fonti di acqua minerale, nella storia di questa ricchezza territoriale ci si sofferma sulla vita del dottore Pasquale Muscogiuri, ufficiale sanitario che nel 1917 fece eseguire esami chimici per classificare l’acqua solforosa oggi nota come Stabia. Se le tombe raccontano storie legate ai loro proprietari, queste possono essere interessanti anche per il pregio architettonico e artistico, come ad esempio la Cappella Jammy, in stile liberty, costruita dall’architetto di origini francesi Carlo Guido Du Fresnay (la famiglia Jammy era titolare di uno stabilimento conciario di cui resta il fumaiolo in laterizio presso l’attuale Piazza Matteotti). Dal punto di vista artistico non passa inosservata la tomba di Errico Gaeta (opera dello scultore Giuseppe Renda nel 1889); il grande pittore paesaggistico ha raccontato la città ottocentesca attraverso evocative immagini che in parte si conservano ancora oggi in collezioni private cittadine. E ancora ricordiamo il direttore didattico Mariano Basilio Cecchi, il colonnello della guardia nazionale Raffaele Troiano attivo nella difesa del territorio dai briganti, l’archeologo Giuseppe Cosenza, il compianto drammaturgo Annibale Ruccello considerato uno dei massimi esponenti della drammaturgia napoletana e terminiamo il nostro viaggio tra le vite degli illustri stabiesi con il fondatore del Comitato per gli Scavi di Stabia, Libero D’Orsi, alla cui tenacia si deve la ripresa degli scavi archeologici dell’antica Stabiae nel 1950.

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Domenica, 20 Aprile 2025 -
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CASTELLAMMARE DI STABIA
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